Sep. 11th, 2011 09:35 pm
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[Error: unknown template qotd]Im extremely sorry for my non-Italain readers, but I'm coming from a two weeks insomnia and I really don't have the strenght to translate right now....
Anyway, that's the e-mail I wrote for the special of RadioRai1 about the tenth anniversary of the attack to the Twin Towers and the Penthagon. 8e-mail that i wrote and that had been choosen)
" L’estate del 2001, l’estate dei miei diciassette anni, quella che si è quasi grandi, quasi adulti, ma ancora un po’ bambini, divisi tra la voglia di entrare in quel mondo sconosciuto, e il desiderio, a volte inespresso, di restare piccoli, di non crescere.
Anyway, that's the e-mail I wrote for the special of RadioRai1 about the tenth anniversary of the attack to the Twin Towers and the Penthagon. 8e-mail that i wrote and that had been choosen)
" L’estate del 2001, l’estate dei miei diciassette anni, quella che si è quasi grandi, quasi adulti, ma ancora un po’ bambini, divisi tra la voglia di entrare in quel mondo sconosciuto, e il desiderio, a volte inespresso, di restare piccoli, di non crescere.
Sarebbe dovuta essere un’estate meravigliosa, quasi l’ultima estate della mia adolescenza, ma era stata macchiata da un’incidente, da giorni e giorni in ospedale, destinata a passare mesi e mesi con le stampelle per una brutta frattura in un ancor più brutto punto, un grosso gesso che mi bloccava, che mi limitava. e mi metteva perennemente di cattivo umore.
Quel giorno, meno di una settimana all’inizio del penultimo anno di liceo, ero però leggermente più allegra, più spensierata, la convalescenza che nel pomeriggio sarebbe stata resa meno tediosa dalla presenza delle mie amiche.
Michela. l’amica dei tempi delle medie. ero con lei quel pomeriggio, stavamo mangiando una torta- gelato. strabo come certe cose non si scordino, come i piccoli particolari di quel giorni rimangono impressi, come la scatola rosa confetto, o come la decorazione in zucchero. era una rosa, rossa, in fiore, con tre foglioline alla base.
Parliamo, niente tv, niente computer o radio. 10 anni fa, nessuna di noi aveva un telefonino, e non c’erano, non per noi, almeno, messaggi istantanei, news in diretta.
ma c’era il telefono fisso. e c’era mia nonna- quella materna – che telefonava. a volte lo faceva, quando sentiva qualcosa che non le tornava, quando non era certa, non capiva bene. cosa stava succedendo? lo avevo visto anch’io? accendi la televisione, c’è qualcosa, è successo qualcosa a Nova Iork. Che gran brutto incidente....
Solo il primo aereo era caduto. non si sapeva, o meglio, il pubblico non sapeva, che un altro era in rotta di collisione con l’altra torre, che uno stava cadendo sul Pentagono, e un altro era stato di nuovo preso dai passeggeri, destinato a cadere su una zona non abitata.
però accesi, e io e Michela, l’amica che conoscevo da quando facevo terza media, vedemmo tutto, in diretta. il secondo aereo. il crollo delle torri, e le immagini di Washington. venimmo a sapere anche del coraggioso atto dei passeggeri dello United 93.
Mi si chiuse lo stomaco, imprigionato da una morsa che fino ad allora mai avevo provato, e ricordo di aver pianto, incapace di concepire un simile orrore, una simile... barbarie. piansi talmente tanto da non avere più lacrime. e dopo di allora, niente fu più lo stesso, per nessuno. L’inizio degli attacchi ad Afghanistan prima e Iraq poi, a tanti altri attacchi, tutti con la stessa matrice, tutti con la stessa firma, tutti con lo stesso obbiettivo. la risentii, quella morsa, anni dopo, quando, durante una conversazione con un compagno di università, lui raccontò del suo amico, che faceva l'Erasmus in Spagna, quello che la mattina non aveva sentito la sveglia, e non aveva preso il treno, facendolo perdere anche ai suoi coinquilini- il giorno della strage di Madrid, il luogo in cui lui sarebbe dovuto essere, all’ora dell’attentato.
L’estate del 2001 è stata quella dei miei 17 anni, quella della fine dell’innocenza, mia come di tutto il mondo, da ambo le parti, Occidente e oriente, fedeli e miscredenti. perché ci ha cambiati tutti. e tutti ci ha segnati."
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