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little_firestar ([personal profile] little_firestar) wrote2014-10-16 08:48 am

Birthday gift for Levi

 Anche se è un po' di tempo che [livejournal.com profile] levy  non si fa più sentire, ogni scusa è buona per vedere se sono ancora in grado di scrivere... e poi, l'adoro troppo. Ci eravamo fatte troppo risate in passato, tendando di crossoverarci con i nostri universi alternativi, vedendo se riuscivano a far coincidere le continuity... manco fossimo gli editor della AMrvel o della DC! :)
Perciò... Un pensierino. Perchè lei e [livejournal.com profile] kitten_21  sono mitiche, e perchè io adoro troppo il Green Arrow del New 52. 



Essere padre era sempre stato un concetto parecchio complicato per Oliver, una cosa che lo aveva sempre spaventato.  Essere padre era quello che aveva giurato di non essere mai, perché che esempio aveva avuto? I suoi erano stati poco più di una farsa ai tempi della sua infanzia e della sua adolescenza, mantenendo le apparenze nell’alta società ma detestandosi  una volta che porte della loro magione si erano chiuse alle loro spalle.

E poi, c’era stato l’altro tradimento, il modo in cui suo padre lo aveva ingannato sull’isola, fingendosi morto per poi prendere il posto di uno dei carcerieri del figlio, e fare di lui ciò che voleva-farlo come lui lo voleva.

Perciò, Oliver Queen aveva ribadito ancora una volta che lui non sarebbe mai diventato padre.

(Anche perché aveva già fallito miseramente come padre putativo/tutore legale una volta, perciò, perché ritentare?)

Ma poi, il suo cuore aveva iniziato a sciogliersi, molto lentamente.

La prima a farlo era stata Eriko: la sua sorellina (sorellastra, in realtà, ma poco importava), poco più che una bambina,  era stata la prima a scalfire la sua armatura. Dapprima l’aveva presa al suo fianco perché lei ne aveva bisogno,  perché, dopo una vita passata a combattere, era giusto cha capisse cosa fosse il vero amore di una famiglia; poi però qualcosa era cambiato, ed Oliver si era pazzamente innamorato della presenza della ragazzina al suo fianco, e più stava con lei, più di lei aveva bisogno. Alla fine era diventata una tale necessità, che seppure all’inizio avesse preso in considerazione l’ipotesi di mandarla in qualche scuola con dei coetanei, alla fine l’aveva tenuta con sé.

Poi, era arrivato Connor Hawke, e quella era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso.

Seppure Connor avesse quasi la stessa età di Oliver, “Red Arrow” proveniva da un mondo del tutto simile a quello di Ollie- un mondo in cui, semplicemente, gli “eroi” erano molto più vecchi, Ollie incluso.

Un mondo in cui Oliver Queen aveva messo incinta la sua ragazza del college, per poi scoprire, una volta indossata la maschera dell’eroe,  quando Connor era ormai adolescente, di avere un figlio.

Ma non era questo che aveva sconvolto Ollie. Nonostante non fosse a conoscenza di nessuna delle sue ex rimaste incinte, la cosa non lo avrebbe stupito; quello che lo sconvolgeva era sapere come erano evoluti i rapporti tra l’altro Ollie e Connor una volta scoperta la realtà.

L’altro Oliver Queen era divenuto un buon padre per Connor, e si era immolato per salvare il suo unico figlio; aveva creato un’eredità che non era solo denaro o una maschera, ma era una fatta di affetto e persone a cui sarebbe mancato- persone a cui mancava. 

Ollie questo non lo poteva ancora dire. Ne era certo- come era certo che avrebbe sentito dentro di sé quando quel momento fosse giunto- assoluta perfezione e pace interiore e sentirsi realizzati come non mai.

Credeva che quel momento di pace sarebbe giunto cadendo sul campo di battaglia.

Si sbagliava.

Perché era certo che quello fosse ciò che pensava, nel momento in cui tenne in braccio il “suo” Connor per la prima volta, la sua compagna stravolta, sudata e sorridente, semi-addormentata nel letto d’ospedale di Seattle che guardava la scena con le lacrime agli occhi.

Ollie sorrise, e diede un bacio alla testolina della creatura, poi si sedette al fianco della bionda, sullo scomodo materasso. “Chissà se mi crederà quando gli racconterò che ho incontrato sua madre quando era stata ingaggiata per eliminarmi…”

Felicity, sorridendo e ridendo, strizzò il naso. “Magari potremmo inventarci qualcosa di meglio dell’hacker professionista. Potremmo dirgli che ero la tua assistente personale alla Q-Core…”

Sì. Forse essere padre non era stato nei suoi programmi. Ma lo poteva decisamente fare. Specie con l’aiuto delle persone giuste. Specie se la madre era Felicity Smoak. 


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